03 Gen

LA NAVE DEI DANNATI – Appunti per una riflessione sullo stato del nostro presente

Di Gianfranco Schiavone

Se anche solo qualche anno fa qualcuno avesse immaginato che una nave che effettua un soccorso umanitario nel Mediterraneo sarebbe rimasta a vagare nel mare perché nessun Paese, dico nessuno, dell’Europa democratica, decideva di farsi carico del suo soccorso e dello sbarco in un porto sicuro, avremmo tutti pensato a una scenario di fantapolitica. Avremmo in particolare detto che questo scenario è incompatibile con la vita democratica e che nessuna forza politica in Italia e in Europa avrebbe condiviso una simile aberrazione.

            Purtroppo non è così: oggi, 3 gennaio 2018 la nave della Ong Sea Watch è ancora in mare in attesa di un porto dopo 13 giorni dal soccorso con il suo carico di persone salvate dal naufragio.

Non voglio qui scrivere delle gravi violazioni di legge (in particolare del diritto internazionale sul soccorso in mare) che questa incredibile situazione evidenzia. E neppure delle evidenti e profonde lacune giuridiche che le norme in materia pur presentano, e che rendono difficile e incerta la loro applicazione.

            Intendo invece riflettere con tutti voi constatando che non siamo più di fronte a un fatto come un altro, anche se grave, bensì a un fatto in qualche misura estremo che ci permette di guardare allo stato del nostro presente con dolorosa chiarezza. Ciò di cui sto scrivendo non riguarda le norme e le politiche sulla migrazione bensì ha a che fare con qualcosa di più importante e centrale nella nostra vita ovvero con un senso di umanità che appare del tutto smarrito.

            Nel suo messaggio di fine anno il presidente della Repubblica ha fatto un preoccupato riferimento alla diffusa mancanza del senso di appartenenza ad una Comunità. E’ sicuramente così ma temo che lo scenario sia ancor più grave: non c’è più comunità perché sono accantonati e ripudiati i doveri inderogabili di solidarietà che sono a fondamento delle comunità democratiche e, di conseguenza, sono calpestati, e prima ancora ridicolizzati, i diritti fondamentali della Persona, specie se essa si trova in una condizione di particolare debolezza.

            Il disprezzo per i diritti fondamentali della persona è prima di tutto un comportamento attivo, rivendicato con ostentazione: oggi chi coltiva il rancore e incita a rifiutare i soccorsi ululando sui social acquista consenso, non lo perde. Assistiamo così da tempo a un crescente e sempre più rapida legittimazione della violenza che pochi avvertivano fino a poco tempo fa ma che oggi è drammaticamente sotto gli occhi di tutti.

            In questa società senza legami tra nessuno sembra alzarsi solo il grido del “prima noi”. Un “noi” indistinto e violento che non ha nessun contenuto e che cambia continuamente mentre si cerca inutilmente di definirlo. L’alleanza attorno al presunto “noi” è solo uno strumentale e provvisorio aggregarsi del branco, formatosi al bisogno per agire contro qualcuno ma destinato a sciogliersi subito dopo per lasciare il posto alla solitudine del singolo che ritorna nel nulla.

            Un amico mi faceva acutamente notare che il nostro turbolento Paese è sempre stato attraversato negli ultimi vent’anni da fenomeni di mala gestione della cosa pubblica e sempre ha prodotto personaggi politici torbidi e spesso picareschi e ridicoli nelle loro manifestazioni pubbliche e nella loro inconsistenza culturale. E’ vero, ma è a mio avviso nuovo, nel senso di non finora raggiunto, il livello di gravità della situazione in cui ci troviamo perché, come nella Fisica i cambiamenti quantitativi producono a un certo punto un cambio di stato delle cose, così anche nella vita sociale i cambiamenti non si situano su una scala infinita nella quale semplicemente ogni gradino è più basso di quello precedente, ma a un certo punto si produce un mutamento netto del patto sociale. Quanto sta avvenendo con le navi abbandonate nel Mediterraneo, come i continui episodi di violenza, intolleranza e odio che si verificano ovunque dice che un drammatico mutamento nel nostro ordinamento sociale potrebbe non essere lontano.

            Dobbiamo quindi fare massima attenzione a quanto sta avvenendo attorno a noi ed essere consapevoli che sulla cosiddetta gestione delle migrazioni si misura la tenuta della democrazia nel nostro paese come altrove. Parimenti è in pericolo la tenuta dell’Europa intesa non già come pesante e deficitario conglomerato istituzionale da riformare in profondità, bensì come percorso di evoluzione storica di  un continente che ha tentato di emergere da un passato recentissimo di guerre e distruzioni totali per diventare uno “spazio di libertà, sicurezza e giustizia”.

Trieste, 3 gennaio 2018

29 Ott

No al decreto Salvini, mille in piazza a Parma

Un migliaio di persone che ha voluto “Metterci la faccia” per dire no al Decreto Salvini e dire che esiste un’altra accoglienza possibile. E’ stata questa la manifestazione che si è svolta sabato a Parma, una piazza piena, colorata e gioiosa che ha voluto far sentire la propria voce e sostenere delle modifiche al decreto.
Nel corso della manifestazione in tanti hanno voluto metterci la faccia per sostenere i progetti Sprar e promuovere una accoglienza diversa.


29 Ott

Torino, centinaia di persone contro il dl Salvini

“Fermate il decreto Salvini”. È questo l’appello lanciato dalla rete Europasilo che oggi a Torino, in piazza Castello, ha chiamato a raccolta centinaia di persone in segno di protesta contro il decreto sicurezza: “Il decreto sicurezza, se attuato così come è cancellerà diritti costituzionali e uguaglianze sostanziali e porterà centinaia di persone in strada senza un vero progetto di vita facile preda di marginalità e sfruttamento”.

16 Ott

Successo per la manifestazione “Restiamo umani” a Brescia

SABATO 13 OTTOBRE – BRESCIA – Tanti erano i partecipanti alla manifestazione «Restiamo umani» promossa da Campagna accoglienza, Comitato articolo 10 e Consulta per la Pace del Comune di Brescia. Da largo Formentone, in centro, i partecipanti hanno così voluto ribadire, in un momento segnato da forti tensioni, la loro prospettiva sul tema migranti.

Soccorrere, accogliere, integrare e unire. Queste le quattro parole fondamentali che hanno alimentato l’iniziativa. «L’obiettivo è rimettere al centro dell’opinione pubblica il principio umanitario – ha sottolineato tra gli altri Agostino Zanotti, del coordinamento provinciale degli Sprar – . Crediamo che il soccorso in mare sia fondamentale per la salvezza delle persone, che accogliere sia un principio fondamentale per la nostra civiltà, così come integrare per far inserire al meglio gli stranieri nelle nostre comunità».

08 Ott

Assemblea a Torino su politiche migratorie e decreto sicurezza

Il Coordinamento Non solo asilo e la Rete SenzaAsilo invitano gli operatori, le organizzazioni e le realtà che in Piemonte sono preoccupate per lo stato attuale delle politiche migratorie, ad un’assemblea che si terrà:

VENERDI’ 12 OTTOBRE 2018, ore 15.30

PRESSO IL SALONE DELLA PACE DEL SERMIG

TORINO, PIAZZA BORGO DORA 61

L’incontro vuole essere un primo di riflessione sulle conseguenze delle attuali politiche sull’immigrazione e del decreto Sicurezza. Queste azioni del “governo del cambiamento” sono volte a screditare il lavoro di tessitura sociale che il mondo dell’accoglienza ha svolto in questi anni e per questo dobbiamo reagire.

L’assemblea ha l’obbiettivo di condividere azioni comuni e modalità che possano contrastare l’idea dominante che richiedenti asilo e rifugiati siano la causa di tutti i mali del paese e che il contrasto all’immigrazione sia l’unica soluzione percorribile.

Nel corso dell’incontro verrà presentata la Campagna nazionale “Diritti, non Privilegi”.

Clicca qui per leggere il documento di presentazione dell’assemblea.

02 Ott

Tavolo Nazionale Asilo: preoccupazione per il Decreto Salvini

Il Tavolo Asilo, riunitosi per analizzare il Decreto Legge “Salvini” approvato dal Consiglio dei Ministri, esprime la propria preoccupazione per i contenuti del provvedimento.

Tra le tante problematicità che questo testo solleva, ci preme sottolinearne alcune.

  • L’abrogazione del titolo di soggiorno per motivi umanitari rischia di produrre effetti molto negativi sul territorio e sul Paese, riducendo in modo significativo l’accesso al diritto d’asilo e generando nuova irregolarità.
  • È incomprensibile la scelta di ridurre sostanzialmente il sistema d’accoglienza pubblico SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), che è l’unico a garantire i percorsi di inclusione sociale con il protagonismo degli enti locali e una piena trasparenza nella gestione dei fondi.
  • Sono riproposte misure che hanno già dimostrato di essere inefficaci oltre che ingiuste, come l’allungamento della detenzione amministrativa in attesa dell’espulsione, a cui si aggiunge l’introduzione del trattenimento nella fase di primo arrivo.

Riteniamo siano molti i profili di violazione della Costituzione, della normativa internazionale e di quella dell’Unione Europea, violazioni che necessitano di un intervento correttivo nelle sedi opportune.

Il Tavolo Asilo chiede di poter intervenire, attraverso le audizioni parlamentari, al processo legislativo per dare un contributo come enti che ogni giorno sul territorio si occupano di tutela del diritto d’asilo e di accoglienza.

Le organizzazioni e associazioni del Tavolo Asilo Nazionale

A Buon Diritto, Acli – Associazioni cristiane lavoratori italiani, ActionAid Italia, Amnesty International – Italia, Arci nazionale, Associazione Studi Giuridici Immigrazione, Caritas Italiana, FOCUS-Casa Dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CIR, Comunità di Sant’Egidio – Community of Sant’Egidio, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza – CNCA, EMERGENCY, Medici Senza Frontiere, Médecins du Monde – Missione Italia, FCEI, MEDU – Medici per i Diritti Umani, Oxfam Italia, Senza Confine